Decreto Crescita: quali sono le novità per il settore immobiliare?

Il Decreto Crescita, approvato dal Governo il 4 aprile 2019, contiene misure per la crescita economica ed introduce cambiamenti in materia fiscale e in ambito edile.

Il suo scopo è quello di rafforzare l’edilizia, favorendo incentivi fiscali e semplificando gli adempimenti burocratici.

Ecco quali sono le novità al centro del Decreto Crescita che riguardano da vicino il settore immobiliare.

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Sismabonus.

Il decreto propone “l’estensione alle zone 2 e 3 del bonus previsto solo per gli edifici in zona 1”.

Il testo non è chiaro, ma dovrebbe trattarsi dell’agevolazione per l’acquisto di case antisismiche, e non di quella per la realizzazione di lavori di adeguamento o miglioramento antisismico, che è già attiva per le zone classificate a rischio 1, 2 e 3.

In base a quanto stabilisce il decreto, chi acquisterà un immobile in un edificio demolito e ricostruito, situato in una zona a rischio 1, 2 o 3, potrà beneficiare di una detrazione pari al 75% del prezzo se dalla realizzazione degli interventi deriva una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio a una classe di rischio inferiore.

Lo sconto sale all’85% se si ottiene invece il passaggio a due classi di rischio inferiore.

Valorizzazione dell’edilizia.

Le imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare che acquistano un edificio che versa in stato di elevato degrado e, entro i successivi 10 anni, provvedono alla sua demolizione e ricostruzione avranno diritto a diversi incentivi come:

  • l’applicazione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna
  • la possibilità di variazione volumetrica e alienazione rispetto al fabbricato preesistente.

Semplificazioni per l’edilizia privata.

In base a quanto stabilito nel Decreto Crescita, saranno velocizzate le autorizzazioni per gli interventi sui beni culturali di proprietà privata, accelerando i lavori dei privati su proprietà vincolate, che necessitano del via libera della soprintendenza per i Beni culturali.

Il termine per il rilascio dell’autorizzazione scende da 120 a 90 giorni, dopodiché scatta il silenzio-assenso. I termini, però, possono essere sospesi in caso di richiesta di chiarimenti, elementi integrativi o accertamenti tecnici.

Sono poi previsti rimedi alla giurisprudenza “taglia-palazzi” e l’adeguamento del vincolo storico su palazzi con più di 50 anni.

Incentivi in ambito di efficienza energetica.

Il decreto prevede l’equiparazione delle ESCo (Energy Service Company) ai proprietari degli immobili. Le ESCo potrebbero diventare direttamente titolari della detrazione.

Inoltre per l’anno 2019 saranno erogati ai Comuni 600 milioni di euro per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile.

Le risorse saranno distribuite in modo proporzionale alla popolazione dei Comuni: i contributi partono da 60mila euro per i Comuni con popolazione fino a 2mila abitanti e arrivano a 150mila euro nei Comuni con popolazione superiore a 100mila abitanti.

Imu sui capannoni.

Sarà aumentata la deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali delle imprese per ridurre la pressione fiscale su quest’ultime. Attualmente fissata al 40%, passa al 50% nel 2019 e al 60% nel 2020.

Conto termico.

Le risorse del Conto Termico non utilizzate dalle Pubbliche Amministrazioni verranno spostate sugli interventi di riqualificazione energetica attuati nelle scuole pubbliche e la percentuale di copertura delle spese sostenute sarà elevata al 100%.

L’esigenza di aumentare i contributi per i lavori nelle scuole nasce in parte dalle difficoltà riscontrate da Comuni e Province nel reperire le risorse necessarie a coprire il costo degli interventi e dalle conseguenti inefficienze dei servizi, soprattutto nei mesi invernali, in caso di malfunzionamento degli impianti.

Rifinanziamento del Fondo di Garanzia Prima Casa.

Il Fondo di Garanzia per l’acquisto Prima Casa è uno strumento gestito dalla Concessionaria servizi assicurativi pubblici (Consap) che consiste in un capitale che lo Stato mette a disposizione per offrire garanzie su finanziamenti ipotecari a:

  • giovani under 35 con contratto di lavoro atipico
  • giovani coppie in cui almeno uno dei membri non abbia superato i 35 anni di età
  • conduttori di case popolari
  • famiglie monogenitoriali con figli minorenni.

Facendo richiesta del Fondo di garanzia prima casa per l’acquisto di un immobile o per lavori di ristrutturazione o risparmio energetico dell’edificio, questi soggetti vedono lo Stato farsi garante per loro per il 50% della quota capitale del mutuo concesso su un massimo di 250.000 euro di spesa.

Questo strumento a fine febbraio si è esaurito e sembrava che il Governo non avesse intenzione di rifinanziarlo.

Invece saranno stanziate nuove risorse (100 milioni di euro) per il Fondo di Garanzia per la prima casa per il 2019.

Tutte queste misure mirano ad incentivare gli investimenti di privati e imprese e a promuovere la riqualificazione urbana del nostro Paese.

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